Il danno alla pelle continua anche dopo l’esposizione solare
Un articolo comparso nel febbraio scorso sulla nota rivista Science, ad opera di ricercatori di Francia, Brasile, USA, etc avverte i bagnanti che i danni alla pelle causati dai raggi UV non si arrestano una volta terminata l’esposizione solare.
I ricercatori hanno dimostrato che i danni potenzialmente cancerogeni prodotti dalle radiazioni ultraviolette del sole o dei lettini abbronzanti, si protraggono fino a 3-4 ore dopo la fine dell’esposizione a causa di cambiamenti chimici che coinvolgono la melanina.
I ricercatori hanno anche asserito che potrebbe essere possibile sviluppare una protezione solare che blocca questo tipo di danni.
E’ bene non dimenticare che il melanoma, é strettamente legato alla esposizione ai raggi UV e che rappresenta la maggior parte dei decessi per cancro della pelle.
Il ruolo della melanina, (responsabile del colore della pelle, degli occhi e dei capelli), nel promuovere il danno al DNA, ha sorpreso i membri di questo studio, poiché la melanina è sempre stata considerata protettiva nei confronti della pelle assorbendo gran parte dell'energia UV evitando i danni profondi.
I ricercatori hanno rivelato questo aspetto della melanina con esperimenti su cellule umane e animali.
L’esposizione ai raggi UV può causare danni al DNA che può stimolare le mutazioni cancerogene nelle cellule che producono melanina chiamate melanociti.
I ricercatori hanno esposto i melanociti umani alle radiazioni di una lampada UV. Immediatamente si evidenziavano cellule con danni al DNA che proseguivano per ore.
La metà del danno si verificava nelle prime ore dopo l'esposizione.
Le mutazioni nel melanoma sole-indotte nascono da dimeri di ciclobutano pirimidina (CPD),sostanze prodotte dagli UV che colpiscono il DNA.
Nei melanociti, i CPD sono generati per più di 3 ore dopo l'esposizione ai raggi UVA, una componente importante della radiazione alla luce del sole e dei lettini abbronzanti.
Questi, detti "CPD oscure" costituiscono la maggioranza dei CPD che tramite una reazione chimica chiamata chemi-eccitazione danno origine alla mutazione cancerogena. Tale reazione, sino ad ora, era stata vista solo nelle piante e negli animali inferiori (es.lucciole).
E’ bene che i bagnanti siano cauti nell’esposizione solare e che facciano uso di creme protettive da applicare costantemente secondo le indicazioni del produttore.
"Ci piacerebbe trovare nuovi ingredienti per le creme solari che blocchino queste reazioni" hanno dichiarato i ricercatori.
Nel frattempo, consigliano di godere del sole nelle ore adeguate e indossare un cappello e gli occhiali. I Filtri solari sono utili, ma devono proteggere sia per UVB che per UVA.
I ricercatori hanno dimostrato che i danni potenzialmente cancerogeni prodotti dalle radiazioni ultraviolette del sole o dei lettini abbronzanti, si protraggono fino a 3-4 ore dopo la fine dell’esposizione a causa di cambiamenti chimici che coinvolgono la melanina.
I ricercatori hanno anche asserito che potrebbe essere possibile sviluppare una protezione solare che blocca questo tipo di danni.
E’ bene non dimenticare che il melanoma, é strettamente legato alla esposizione ai raggi UV e che rappresenta la maggior parte dei decessi per cancro della pelle.
Il ruolo della melanina, (responsabile del colore della pelle, degli occhi e dei capelli), nel promuovere il danno al DNA, ha sorpreso i membri di questo studio, poiché la melanina è sempre stata considerata protettiva nei confronti della pelle assorbendo gran parte dell'energia UV evitando i danni profondi.
I ricercatori hanno rivelato questo aspetto della melanina con esperimenti su cellule umane e animali.
L’esposizione ai raggi UV può causare danni al DNA che può stimolare le mutazioni cancerogene nelle cellule che producono melanina chiamate melanociti.
I ricercatori hanno esposto i melanociti umani alle radiazioni di una lampada UV. Immediatamente si evidenziavano cellule con danni al DNA che proseguivano per ore.
La metà del danno si verificava nelle prime ore dopo l'esposizione.
Le mutazioni nel melanoma sole-indotte nascono da dimeri di ciclobutano pirimidina (CPD),sostanze prodotte dagli UV che colpiscono il DNA.
Nei melanociti, i CPD sono generati per più di 3 ore dopo l'esposizione ai raggi UVA, una componente importante della radiazione alla luce del sole e dei lettini abbronzanti.
Questi, detti "CPD oscure" costituiscono la maggioranza dei CPD che tramite una reazione chimica chiamata chemi-eccitazione danno origine alla mutazione cancerogena. Tale reazione, sino ad ora, era stata vista solo nelle piante e negli animali inferiori (es.lucciole).
E’ bene che i bagnanti siano cauti nell’esposizione solare e che facciano uso di creme protettive da applicare costantemente secondo le indicazioni del produttore.
"Ci piacerebbe trovare nuovi ingredienti per le creme solari che blocchino queste reazioni" hanno dichiarato i ricercatori.
Nel frattempo, consigliano di godere del sole nelle ore adeguate e indossare un cappello e gli occhiali. I Filtri solari sono utili, ma devono proteggere sia per UVB che per UVA.