L’elevato consumo di Omega-3 protegge cuore e arterie
Secondo uno studio internazionale finanziato dal National Institutes of Health (NIH) e guidato dall’ University of Pittsburgh Graduate School of Public Health, mangiare pesce in quantità paragonabili a quelle del popolo giapponese, sembra conferire un fattore protettivo nei confronti delle malattie cardiache.
E’ stato riscontrato che gli uomini giapponesi di mezza età hanno minore incidenza di calcificazione delle arterie coronariche, rispetto agli uomini bianchi di mezza età che vivono negli Stati Uniti;
probabilmente a causa del significativo aumento del consumo di acidi grassi omega-3 presenti nel pesce. I risultati dello studio saranno pubblicati nel numero di marzo n.6 della rivista Heart.
"Diversi studi hanno esaminato l'effetto dell'olio di pesce sulla salute cardiovascolare, con risultati alterni," ha detto l'autore Akira Sekikawa, MD, Ph.D., professore associato di epidemiologia presso la Pitt Public Health. "Studi precedenti hanno dimostrato un’ inferiore assunzione di acidi grassi omega-3 di quella che effettivamente introduce con la dieta la popolazione del Giappone. Il nostro studio indica che il livello di acidi grassi omega-3 di origine marina da consumare, deve essere maggiore di quanto si pensasse per determinare una sostanziale protezione cardio-vascolare. "
Gli Omega-3 che si trovano nel pesce, soprattutto nel pesce grasso (salmoni, sarde, triglie, etc), come pure nei calamari, può aiutare a ridurre l'infiammazione e rallentare la formazione di calcificazioni nelle arterie.
I ricercatori del Pitt Public Health hanno collaborato con gli scienziati del Giappone, Hawaii e Philadelphia seguendo quasi 300 uomini per cinque anni, monitorando molteplici fattori che influiscono sulla salute cardiovascolare, tra cui il fumo di sigaretta, il livello di colesterolo nel sangue, il consumo di alcol, i tassi glicemici e la pressione alta.
Dopo la contabilizzazione dei fattori di rischio per le malattie cardiache, gli uomini degli Stati Uniti presentavano un’ incidenza di calcificazione delle arterie coronariche di tre volte maggiore rispetto gli uomini giapponesi. I livelli di omega-3 di origine marina nel sangue erano superiori del 100 per cento nei giapponesi rispetto ai livelli riscontrati negli uomini bianchi.
"La grande differenza nelle malattie cardiache e i livelli di omega-3 di origine marina non sono dovuti a fattori genetici", ha dichiarato il dottor Sekikawa." Quando analizziamo i giapponesi residenti negli Sati Uniti, rileviamo che i loro livelli di calcificazione delle arterie coronariche sono in realtà superiori a quelle del resto della popolazione degli Stati Uniti."
L'assunzione media alimentare di pesci giapponesi che vivono in Giappone è di circa 100 grammi al giorno, l'americano medio mangia circa dai 7 a 13 grammi di pesce al giorno.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiache sono la principale causa di morte negli Stati Uniti e nel mondo.
"Io non sto incoraggiando gli americani a consumare enormi quantità di pesci, che possono contenere agenti inquinanti nocivi, come il mercurio", ha dichiarato il dottor Sekikawa. "Tuttavia, i nostri risultati indicano che vale la pena di guardare con una nuova ottica l'effetto degli omega-3 di origine marina sulle malattie cardiache, soprattutto quando vengono consumati a tassi più elevati rispetto a quanto é stato studiato in precedenza".
E’ stato riscontrato che gli uomini giapponesi di mezza età hanno minore incidenza di calcificazione delle arterie coronariche, rispetto agli uomini bianchi di mezza età che vivono negli Stati Uniti;
probabilmente a causa del significativo aumento del consumo di acidi grassi omega-3 presenti nel pesce. I risultati dello studio saranno pubblicati nel numero di marzo n.6 della rivista Heart.
"Diversi studi hanno esaminato l'effetto dell'olio di pesce sulla salute cardiovascolare, con risultati alterni," ha detto l'autore Akira Sekikawa, MD, Ph.D., professore associato di epidemiologia presso la Pitt Public Health. "Studi precedenti hanno dimostrato un’ inferiore assunzione di acidi grassi omega-3 di quella che effettivamente introduce con la dieta la popolazione del Giappone. Il nostro studio indica che il livello di acidi grassi omega-3 di origine marina da consumare, deve essere maggiore di quanto si pensasse per determinare una sostanziale protezione cardio-vascolare. "
Gli Omega-3 che si trovano nel pesce, soprattutto nel pesce grasso (salmoni, sarde, triglie, etc), come pure nei calamari, può aiutare a ridurre l'infiammazione e rallentare la formazione di calcificazioni nelle arterie.
I ricercatori del Pitt Public Health hanno collaborato con gli scienziati del Giappone, Hawaii e Philadelphia seguendo quasi 300 uomini per cinque anni, monitorando molteplici fattori che influiscono sulla salute cardiovascolare, tra cui il fumo di sigaretta, il livello di colesterolo nel sangue, il consumo di alcol, i tassi glicemici e la pressione alta.
Dopo la contabilizzazione dei fattori di rischio per le malattie cardiache, gli uomini degli Stati Uniti presentavano un’ incidenza di calcificazione delle arterie coronariche di tre volte maggiore rispetto gli uomini giapponesi. I livelli di omega-3 di origine marina nel sangue erano superiori del 100 per cento nei giapponesi rispetto ai livelli riscontrati negli uomini bianchi.
"La grande differenza nelle malattie cardiache e i livelli di omega-3 di origine marina non sono dovuti a fattori genetici", ha dichiarato il dottor Sekikawa." Quando analizziamo i giapponesi residenti negli Sati Uniti, rileviamo che i loro livelli di calcificazione delle arterie coronariche sono in realtà superiori a quelle del resto della popolazione degli Stati Uniti."
L'assunzione media alimentare di pesci giapponesi che vivono in Giappone è di circa 100 grammi al giorno, l'americano medio mangia circa dai 7 a 13 grammi di pesce al giorno.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiache sono la principale causa di morte negli Stati Uniti e nel mondo.
"Io non sto incoraggiando gli americani a consumare enormi quantità di pesci, che possono contenere agenti inquinanti nocivi, come il mercurio", ha dichiarato il dottor Sekikawa. "Tuttavia, i nostri risultati indicano che vale la pena di guardare con una nuova ottica l'effetto degli omega-3 di origine marina sulle malattie cardiache, soprattutto quando vengono consumati a tassi più elevati rispetto a quanto é stato studiato in precedenza".
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