L'acne è una malattia infiammatoria follicolare molto comune che colpisce l'80% di adolescenti e giovani adulti.
 Secondo uno studio comparso su Medline, il 20% dei giovani presentano acne da moderata a grave. In una elevata percentuale di questi pazienti l'acne persiste anche dopo la seconda e terza decade di vita.
Secondo una serie di indagini, l'acne è presente in età adulta con predominanza nel sesso femminile, con cicatrici sul volto che creano disagio al paziente.
La patogenesi dell' acne comprende una triade di fattori: sovrapproduzione di sebo, l'ostruzione ipercheratosico dei follicoli sebacei e la colonizzazione microbica che promuove inflammazione perifollicolare.

Sempre più prove indicano la presenza di infiammazione in tutto lo sviluppo delle lesioni dell'acne.
Quando il contenuto di un comedone:  miscela di cheratina, detriti cellulari, sebo e batteri, vengono esposti per rottura della parete del follicolo, le cellule infiammatorie intervengono per contrastare la presenza di questi corpi estranei.
Questo è il motivo per cui si generano papule, pustole dolorose, noduli e acne cistica. 

L'infiammazione in caso di acne è un processo distruttivo, raggiunge gli strati profondi della cute ove si trovano le strutture follicolari determinando danno maggiore in profondità che in superficie.
La spremitura, escoriazioni e la puntura di papule e pustole, aumentano la possibilità di rottura dei follicoli con conseguente acne più infiammata. 
Maggiore é il periodo di persistenza dell'infiammazione maggior tessuto viene distrutto, e di conseguenza, aumenta la probabilità di cicatrici post-acne. 

Da ciò si deduce quanto sia importante prevenire l'instaurarsi della cicatrice trattando le problematiche dell' acne precocemente e in modo corretto non considerando l'acne "una malattia della giovinezza" che deve fare il suo corso.