La scoperta della vitamina D si deve inseguito al rachitismo dei bambini. Fino alla metà del secolo scorso era una patologia molto diffusa, oggi si sta nuovamente evidenziando in particolare nei bambini di colore.
Solo negli anni ’70 si scoprì il metabolismo della Vitamina D. Negli ultimi 5 anni sono stati pubblicati più di 10.000 lavori scientifici sulla vitamina D e solo 2.000 nell’ultimo anno, dati che stano a significare l’enorme importanza di tale vitamina.
La vitamina D che si somministra è una sostanza inattiva che viene poi attivata, attraverso due passaggi biochimici, nel nostro organismo.

Solo il 20% della vitamina D proviene dal cibo, il restante 80% è originato dall’esposizione solare.

Poche sono le fonti alimentari, la vitamina D è contenuta in alcuni cibi che raramente mangiamo, le interiora, la pelle del pesce, lo sgombro, il salmone affumicato.

Alle nostre latitudini l’esposizione solare che ci permette di produrre vitamina D è da marzo a ottobre e nelle ore centrali della giornata per periodi brevi.

Bastano 10-15 minuti di esposizione in costume senza filtri solari per accumulare 15.000 U.I. di vitamina D. Queste brevi esposizioni non aumentano il rischio di melanoma e nemmeno di ustione solare.

Il filtro solare riduce l’assorbimento di vitamina D, deve quindi essere scelto il buon compromesso sopracitato.

Le azioni della vitamina D sono molteplici oltre una funzione diretta sui geni, il 3% del nostro genoma viene attivato da tale sostanza, ha azioni:

· scheletrica agisce nella deposizione di calcio nelle ossa e favorisce l’assorbimento intestinale del calcio;

· extrascheletrica interviene nella modulazione del processo infiammatorio, nelle risposte immunologiche, nella duplicazione cellulare e in molte funzioni legate all’aging.

La vitamina D agisce in sinergia con altre sostanze come il magnesio nella sintesi delle fibre muscolari, con omega 3 nella modulazione dell’infiammazione, con la vitamina k nel deposito del calcio nelle ossa.

Si è dimostrato recentemente l’azione epigenetica anche per due generazioni. I livelli plasmatici di vitamina D della mamma influenzano la salute del nascituro. (es.apparato polmonare-asma allergico, cute –dermatite atopica).

La vitamina D influenza sia l’ immunita’ innata che adattativa.

E’ importante prestare attenzione su come viene dosata la vitamina D(25 Idrossi-calciferolo) nei laboratori per definire gli stati di carenza. Alcuni laboratori dosano in nmol/l altri ng/ml. C’è discussione sui livelli di carenza, ma in generale potremmo così riassumere:

definizione
Nmol/l
Ng/ml
carenza
<50
<20
insufficienza
50-75
20-30
sufficienza
>75
>30
eccesso
>250
>100


Frequentemente sia anziani che giovani e bambini presentano elevate carenze.

I pazienti con patologie autoimmuni e le donne in gravidanza sono risultati più carenti.

Il fabbisogno giornaliero, in passato è stato sottostimato, poiché venne calcolato per ostacolare il rachitismo, ma per godere di tutte le azioni della vitamina D necessitano dosi leggermente più elevate.

Secondo gli ultimi orientamenti della letteratura internazionale il fabbisogno giornaliero nell’adulto stabilito dai LARN è quindi di 20 μg al giorno.

1 μg=40 U.I. 

Il fabbisogno giornaliero è calcolato su un soggetto ideale, senza fattori di rischio, ma molti fattori possono aumentare la probabilità di carenza di vitamina D, come la mancata esposizione al sole, l’obesità, predisposizioni genetiche, uso di farmaci, la pelle scura nei pazienti di colore.etc

Quanto è la dose sicura d’integrazione di vitamina D?

Secondo EFSA la dose sicura massima giornaliera d’integrazione nell’adulto è di 100μg pari a 4.000 U.I. senza avere effetti collaterali.

Nelle linee guida esiste differenza tra integrazione e trattamento.

Integrazione: è rivolto a chiunque che non presenti valori di rischio con dosaggio 50-100 μg pari a 2.000-4.000 U.I. Secondo le più recenti acquisizioni la somministrazione giornaliera risulta più efficace rispetto alle somministrazioni mensili o quindicinali.

Trattamento: rivolto a persone con fattori di rischio, deve essere eseguito da un medico, richiede il dosaggio della vitamina ed eventualmente del paratormone, prevede dapprima dose più massicce per stabilire i livelli ottimali che verranno mantenuti con l’integrazione.

I valori ottimali sono fondamentali per avere osso e muscolo sano, la perdita dell’ osso è proporzionale alla perdita muscolare.

La supplementazione di vitamina D aumenta nell'uomo i livelli di testosterone.

Sovradosaggi di vitamina D oltre 15.000 U.I. al giorno sono nocivi: la somministrazione elevata di vitamina D deve sempre essere eseguita sotto stretto controllo medico.

Purtroppo la carenza di vitamina D viene considerata endemica e la supplementazione viene considerata un’ottima opportunità a basso costo per avere una azione sulle difese immunitarie e sulla qualità dell’osso e del muscolo e non solo, recenti studi hanno dimostrato risultati promettenti nella cura della psoriasi.