Una volta i tatuaggi erano considerati permanenti, ora é possibile rimuoverli con tecnologia laser.
I vecchi metodi di rimozione del tatuaggio inclusi la dermoabrasione, la saleabrasione, la criochirurgia, e l'escissione creavano delle lesioni cutanee permanenti.
Oggi, quando si parla di "rimozione del tatuaggio laser" ci si riferisce alla rimozione non invasiva dell’ inchiostro con laser Q- Switched

Ci si avvale della applicazione della teoria della fototermolisi selettiva che dipende da quattro fattori:

  • La luce laser deve penetrare sufficientemente in profondità nella pelle per raggiungere il pigmento del tatuaggio.
  • La luce laser deve essere più altamente assorbita dal pigmento del tatuaggio che dalla pelle circostante.
  • La durata di tempo (durata dell'impulso) dell'energia laser deve essere molto breve, in modo che il pigmento del tatuaggio venga riscaldato alla temperatura di frammentazione prima che il calore si possa disperdere nella pelle circostante.
  • L’energia deve essere sufficiente durante ogni impulso laser per riscaldare il pigmento e determinare la frammentazione.
La completa rimozione del tatuaggio richiede più sedute di trattamento, in genere distanziate di almeno 7-8 settimane.
Trattamenti più ravvicinati aumentano il rischio di eventi avversi e non necessariamente aumentano il tasso di risoluzione della rimozione.

Ad ogni sessione, alcune ma non tutte le particelle di pigmento  sono effettivamente frammentate, l’organismo rimuove i frammenti più piccoli nel corso di diverse settimane.
Il risultato è che il tatuaggio con il tempo diviene più sfumato.

Nelle successive sedute verranno rimosse le rimanenti particelle più grosse.

Il numero preciso di sedute necessarie per rimuovere un tatuaggio non é purtroppo prevedibile anche se un valido aiuto viene fornito al sanitario dalla scala predittiva, la così detta "Kirby-Desai Scale",  che assegna valori numerici a sei parametri:
  • tipo di pelle,
  • posizione del tatuaggio,
  • colore,
  • quantità di inchiostro,
  • cicatrici o cambiamenti dei tessuti,
  • stratificazione dei colori.
Anche se il trattamento laser è il metodo gold standard per rimuovere un tatuaggio, non bisogna dimenticare che essendo una terapia medica non é scevra da effetti collaterali indesiderati come lo scolorimento della pelle, sotto forma di ipopigmentazioni (macchie bianche, più comuni nelle pelli scure), o iperpigmentazioni (macchie scure), e cambiamenti nella tessitura cutanea.

Molto raramente, la terapia laser può provocare cicatrici, ma solitamente si verificano solo quando i pazienti non si occupano correttamente della zona trattata, ignorando le indicazioni del medico.

I tatuaggi applicati professionalmente tendono a penetrare gli strati più profondi della pelle a livelli uniformi. 
Questa uniformità consente una più facile rimozione rispetto ai tatuaggi “fai da te” o amatoriali applicati con mano irregolare.

I tatuaggi professionali realizzati con alcuni dei nuovi inchiostri e con colori pastello possono essere difficili da rimuovere completamente.

I Tatuaggi più recenti spesso tendono ad essere più difficili da rimuovere rispetto a quelli più vecchi.

La rimozione completa del tatuaggio non è sempre possibile.
Cicatrici o variazione di colore della pelle posso ostacolare una rimozione completa.

Secondo recenti studi risulta che nei fumatori la rimozione sia più difficoltosa.
Il Nero, il blu e il rosso rispondono molto bene alla rimozione laser.
 
I colori più difficili da rimuovere sono il bianco, il giallo, l’arancione ed alcuni verdi.

Non tentare mai di rimuovere un tatuaggio: é pericoloso e può portare a infezioni e a gravi complicazioni di salute. 
Solo un medico con professionalità e preparazione può rimuovere un tatuaggio. 

Per ulteriori informazioni rivolgersi a dott. Letizia Foglieni

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